Una telefonata con l’Avventuriero

Piero Manca è il notissimo Avventuriero degli ultratrail come il GTrack o la MyLand e molti altri; Piero è un abilissimo ciclista, un fine stratega ed è decisamente a suo agio se ci sono intoppi meccanici o situazioni impreviste di qualunque genere da risolvere. 

E’ naturalmente un trascinatore e fa molto esercizio fisico nel triangolo ciclo – kayak – trekking.

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Piero Manca, tutti ti chiamano l’Avventuriero, perché?
Ti do qualche cenno su di me, sul mio essere avventuriero, sulla mia definizione dell'avventura, adesso mentre parliamo vedo un gps, un fornellino da campo e per terra un borsone pieno di attrezzature per la prossima imminente grande avventura, lo guardo quasi con affetto, lo vedo come un fidato compagno … ma perchè sto per andare in un luogo sconosciuto così lontano? così freddo? cosi scomodo? … E’ il desiderio di mettersi in gioco, il piacere di scoprire, la voglia di avventura!

Quando hai iniziato con la sete d’avventura?
Fin da piccolo ero intrattenibile e curioso, spesso scappavo di casa con la mia bicicletta per scoprire calette per me sconosciute e lontane, ritenute pericolose da mia madre, oppure scappavo da scuola per tentare di raggiungere la vetta di una collina vicina dove si diceva si trovasse una trincea della seconda guerra mondiale oppure tentavo di attraversare la baia di Porto Ferro con una zattera costruita da me in segreto, per me all'epoca era una grande avventura degna di un Cristoforo Colombo sardo!

E la bicicletta?
L'amore per la bicicletta ha preso subito il sopravvento, era il mezzo perfetto e lo è sempre: è economica, affidabile e mi consentiva di raggiungere distanze impossibili a piedi. Con gli anni arriva la prima mountain bike, una Bianchi, poi addirittura una usatissima Pinarello da strada e con questi due mezzi potevo esplorare il mio mondo e anche oltre … sarebbe stato interessante avere un ciclocomputer e registrare le mie percorrenze chilometriche in quel periodo, ma era davvero chiedere troppo! All'epoca imperversa ancora un ciclismo "eroico", io ero un fan del fortissimo Miguel Indurain e nella mia fantasia sognavo di essere uno dei suoi.
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Dacci un cenno sulla svolta
Una notte d'estate tutto si fermò improvvisamente, un terribile incidente stradale fermò le mie pedalate e le mie esplorazioni, iniziarono due anni passati tra l'ospedale traumatologico e il centro di fisioterapia, di pedalare non se ne parlava proprio, a malapena potevo camminare, ma potevo nuotare mi disse il dottore!!!

E quindi?
Non perdo tempo e rivolgo all'ambiente marino la mia voglia di scoperta e di conquista, solo che non nuoto in orizzontale, punto verso il fondo, inizio con l'apnea , sono un autodidatta (cosa che adesso sconsiglio vivamente) e mi ritrovo a pescare, raggiungere relitti o bombolari al lavoro … a volte superando agevolmente i 30 metri di profondità. Otto anni su e giù che mi diedero tante soddisfazioni e rimisero apposto un bel pò di acciacchi.

Nel frattempo ti sei mosso dall’amata Riviera del Corallo?
Si … ci siamo anche motorizzati, è arrivata l'auto, la moto ... e Manuela! Lei non pedala ma nei viaggi avventurosi si pone pochi limiti, iniziamo a girare l'Europa a pianificazione zero, la prassi era acquistare il biglietto della nave a Porto Torres e via , era sempre cosi, pianificare era difficile senza le mille informazioni disponibili oggi e poi, onestamente, annacquava l'avventura. Tante le situazioni divertenti, ma anche quelle da panico non sono mancate. Ricordo che una volta dovevamo andare in Toscana da parenti, io proposi di partire in moto un pò prima per fare un giretto più largo ... forse esagerai un pò , attraversammo l'Italia, la Svizzera, la Germania, l'Austria e finalmente in Toscana ... fu il viaggio più piovoso di sempre, dieci giorni di pioggia ininterrotta; non dimenticheremo mai una notte in particolare, arrivammo in un paesino sperduto della Baviera , non c'era un anima in giro, l'unica luce era quella di una stazione della polizia, ci fiondammo dentro, intravvedevo delle celle che in quel momento mi sembravano delle suite a cinque stelle e a gesti gli chiedemmo se potevamo dormire li, gli stavo chiedendo più o meno di essere arrestati per una notte!, non acconsentirono ma ci portarono nella fattoria di una vecchia coppia dove avevano delle camere disponibili e la mattina dopo vennero anche a trovarci, altro che freddi questi tedeschi! Abbiamo girato cosi gran parte dell' Europa occidentale e non solo, fino ai confini Russi e ben oltre il Circolo Polare Artico, sempre all' inseguimento dell' avventura e della scoperta di luoghi e culture lontani, ci vorrebbe un grosso libro per raccontare tutto, o forse anche due o tre!
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E se tornassimo alla tua prima passione? la bicicletta?
Arriva la nuova mountain bike, la mia Scottina, mi avvicino alle gare nella categoria "escursionisti" non essendo affiliato a nessuna società, ma per correre le più lunghe marathon dovevo obbligatoriamente tesserarmi, corsi da Master per un solo anno dove, tra l'altro, "rischiai" di vincere il titolo, ma non ero soddisfatto, le parole allenamenti, tabelle, preparazioni non fanno parte del mio vocabolario, io cercavo l'avventura e in un percorso fettucciato con noi imbestialiti all'interno ci vedevo poco di avventuroso. In quegli anni conosco l'amico Amos Cardia, un giorno mi disse che c'era l'idea di realizzare un percorso in mountain bike lungo centinaia di chilometri da percorrere in autonomia e con un tempo limite, mi sembrava più una pazzia che altro, ma mi sapeva tanto di avventura e la cosa mi attirava parecchio. Da li a due, tre anni nasce la MyLand, il primo trail di massa in Sardegna, e dopo quello ne seguirono altri come il GTrack o l’ultimo Mining Trail.

Cosa ti appassiona dei trail?
Nei trail sono presenti molti elementi avventurosi, il pedalare giorno e notte, non conoscere minimamente il percorso, dover gestire la navigazione, il sonno, il cibo, i possibili guai meccanici, le incognite sono tante, si sa quando si parte ma non si sa quando si arriva, se si arriva ... ecco così mi sento a casa! Qui la fatica è tantissima ma non c’è lo stress delle competizioni , qui ci si aiuta, si fa anche gruppo, non è importante arrivare prima ma è bello esserci, mettersi in gioco con se stessi e mettere un proprio "paletto" personale, arrivare può essere il più grande premio e l'ultimo arrivato potrebbe essere anche più soddisfatto del primo; d'altronde l'avventura è cosi non è vincolata da una posizione, da un chilometraggio, da un tempo, l'avventura è una cosa personale e ognuno vive la sua, nei trail direi che si vive questo mio personale concetto.

E adesso?
Soprattutto adesso, in questo momento della mia vita non mi sento di definirmi puramente un ciclista o un biker, ma un avventuriero si, quello si, considero la bicicletta un mezzo perfetto per le mie avventure, ma la metto al pari del mio kayak o dei miei scarponi da trekking, mi vedo sempre più aperto nell'inseguire l'avventura a 360 gradi con qualsiasi mezzo, dove come già accennato la scoperta, la fatica, la natura e le incognite sono spesso insieme in un mix irresistibile, dove può non essere importante dove si arriva , come si arriva o quando si arriva ma è più importante buttarsi, provarci e crederci … questa è già una vittoria! Questo è il concetto che cerco di trasmettere a chi mi segue attivamente quando organizzo una giornata o un weekend … non fornisco mai loro troppi elementi, lascio molti particolari "segreti" e se mi sembra il caso "alzo l'asticella" … se mi chiedono troppo gli rispondo: “Ragazzi non è un escursione … è un avventura, non posso dirvi tutto, lo scoprirete vivendola, io so che potete farcela!”.
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Quindi chi ti segue e chiede di organizzare un’uscita anche di più giorni con te che caratteristiche ha?
Non sono atleti, sono persone attive ed entusiaste che magari rientrano a casa più stanchi del solito ma sicuramente soddisfattissimi, d'altronde per vivere l'avventura non è essenziale essere atleti, anzi devo dire che i più grandi avventurieri di cui ho letto non lo erano di certo!

Grazie Piero, salutaci l’Islanda e, se puoi, torna al GTrack!
Farò di tutto per esserci … amo la Gallura e adoro il GTrack.

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